Il significato dell'Ave Maria

Quest’invocazione è costituita da due parti: la prima esprime la lode alla Vergine e Madre di Dio, la seconda ne richiede l’intercessione in soccorso dell’umanità limitata e peccatrice.

Questa preghiera è centrale durante la recita del Rosario perché riporta in sintesi tutta la storia della salvezza cristiana meditando i misteri della vita di Gesù e Maria. 

la Chiesa ha seguito un orientamento teologico, nella codifica della preghiera, ricalcando le citazioni delle Sacre Scritture con il vero significato delle parole che compongono l’orazione come oggi la conosciamo.

Ave
E’ la lode iniziale che ha un chiaro riferimento alle parole usate dall’arcangelo Gabriele, quando ha rivolto il saluto a Maria e le ha annunciato che sarebbe diventata Madre di Gesù: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Luca 1, 28). Ave in latino ha quindi un significato più profondo del nostro buongiorno, perché è un invito a gioire, una formula di augurio che precede un grande annuncio.

Maria, piena di grazia
Gli studiosi attribuiscono al nome “Maria” almeno due radici diverse: una egizia “Myr” che vuol dire “amata”, l’altra ebraica “yam” che è l’abbreviazione di Iahvè. “Miryàm”, cioè Maria, significa quindi l’amata di Iahvè, la prediletta di Dio ed è piena di grazia, come conferma l’arcangelo Gabriele, perché prescelta fra tutte le donne per una missione altissima di Redenzione dell’umanità, generando il Messia.

Il Signore è con te
Questo passaggio della preghiera indica che Dio ha posto la sua alleanza con gli uomini attraverso Maria, la nuova Arca, come la definiscono i teologi, perché tramite Lei lo Spirito santo opera per la salvezza dell’umanità rendendo possibile l’arrivo del Messia.

Tu sei benedetta fra le donne
Anche in questo caso, interviene l’aiuto del Vangelo dato che proprio Elisabetta, cugina di Maria, la definisce “benedetta fra le donne… appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo (Luca 1, 42-44). Maria è quindi benedetta da Dio in modo speciale rispetto a qualsiasi altra creatura umana, dato che è Vergine e quindi priva di peccato originale, in vista del suo ruolo di Madre di Gesù.

E benedetto il frutto del tuo seno Gesù
Sotto il profilo teologico, Maria Vergine e benedetta da Dio non può che generare un frutto altrettanto ricolmo di benedizione divina che è Gesù, vero Dio e vero uomo, e l’Arcangelo Gabriele ne offre ulteriore conferma durante l’annuncio, riferendosi proprio al Messia: “Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo” (Luca 1, 32).

Santa Maria
La seconda parte della preghiera, composta dalla Chiesa in epoca successiva, mantiene comunque un legame indissolubile con le Sacre Scritture e si apre con la proclamazione della santità di Maria perché Santo è ciò che entra in relazione con Dio, lo imita e partecipa della Sua santità. La Vergine, adempiendo alla volontà divina incondizionatamente, raggiunge la piena santificazione e diventa modello di virtù per l’umanità intera.

Madre di Dio
Ancora una volta il Vangelo indica che Elisabetta si rivolge a Maria ispirata dallo Spirito santo: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Luca 1, 43), quindi Maria è Madre di Dio perché attraverso Lei si compie il mistero dell’incarnazione di Gesù che, di conseguenza, unisce alla natura divina anche quella umana.

Per questo fondamentale principio teologico, i padri conciliari hanno riconosciuto a Maria questo ruolo unico nella storia dell’umanità sia a Efeso nel 431, sia a Calcedonia nel 451 e il Concilio Vaticano II ha confermato che Maria è Madre di Dio:

“Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, [Maria] è insignita del sommo ufficio e della eccelsa dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo. Per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le creature, celesti e terrestri” (Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa, 53, pp. 164-65).

Prega per noi peccatori
E’ il passaggio fondamentale per gli esseri umani che rivolgono a Maria una preghiera d’intercessione presso la Santissima Trinità, riconoscendo i loro limiti e il Suo ruolo di mediatrice di tutte le grazie tra gli uomini e Dio.

Inoltre, Maria è madre di ognuno di noi, proprio come il Messia aveva stabilito sulla Croce: “Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua!” (Giovanni 19, 26-27).

Adesso e nell’ora della nostra morte
Con questa conclusione, l’umanità riconosce il ruolo d’intercessione di Maria, sia nel momento presente, sia in quello supremo, che stabilisce il passaggio dall’esistenza terrena alla vita eterna e occorre quindi ridare al presente la sua giusta dimensione, vivendolo sul modello della fiducia di Maria in modo intenso e operoso, e alimentandolo con la memoria del passato e l’attesa fiduciosa del futuro.

Anche il momento temuto della morte si affronta guardando Gesù, che non ha evitato la prova suprema, ma è poi risorto perché la morte è il passaggio alla vita eterna e Maria ci offre il sostegno materno e la certezza di continuare a intercedere presso Dio, fino alla fine dell’esistenza umana.